La città e la nostra storia
LA NOSTRA STORIA
La Gioielleria LEGGIO VITO nasce nel 1960, e da oltre 40 anni professionalità e cortesia hanno sempre caratterizzato la tradizione familiare che prosegue nel tempo. Esclusivista di prestigiose marche, la nostra ditta offre anche servizi di assistenza post vendita grazie al laboratorio orafo e ad un continuo contatto con i centri assistenza dei propri fornitori.
Oltre ad un assortimento di orologi di varie marche, è possibile trovare una ricca offerta di gioielli classici e moderni in oro, argento, brillanti e acciaio.
POSIZIONE
Chiaramonte Gulfi si trova su una collina a 15 km da Ragusa ad un'altezza di 668 m sul livello del mare . La città definita anche il Balcone di Sicilia per via del suo panorama che va dalla valle dell'Ippari "Comiso, Vittoria, Aacate" a Gela, alle dorsali degli Erei fino a Caltagirone e all'Etna, oltre ai Monti Iblei e al mare, e se si sale sul monte Arcibessi a quota 906 m sul livello del mare, oltre al panorama già descritto si riesce a vedere Monterosso, la città di Ragusa, e una buona porzione del sud della Sicilia.
Il comune è gemellato con Clermont sull'Oise (Francia), luogo di origine del fondatore del paese, il conte Manfredi Chiaramonte.
STORIA di CHIARAMONTE GULFI
La città venne fondata con il nome di AKRILLAI dai Siracusani nel VII secolo a.C. Distrutta dai Cartaginesi nel 406 a.C. Dopo la sconfitta subita ad opera delle forze del console romano Marco Claudio Marcello nel 213 a.c. prese il nome di Acrillae. Sul territorio è presente anche un abitato ellenistico rinvenuto nella località di Scornavacche, fondato anch'esso dai Siracusani, venne distrutto anche questo dai Cartaginesi sia nel 406 a.C. E una seconda volta nel 280 a.C. Tutti i reperti sono conservati nel Museo archeologico di Ragusa. Ruggero di Lauria durante i Vespri siciliani assediò e prese Gulfi per gli Angioini nel 1299. l'abitato fù completamente distrutto. Manfredi Chiaramonte che era stato creato conte di Modica dal re aragonese Federico III nel 1296, fece spostare i superstiti in un luogo più elevato detto Baglio attorno a cui sorsero le prime case che fece circondare da mura e all'interno di queste costruì il castello.
Chiaramonte nel 1366 contava 200 famiglie ed il paese si estendeva all'interno delle mura. Nel 1593 il paese si era esteso oltre le mura, principalmente con i quartieri "Burgo" (297 case) e "Salvatore" (258 case). All'interno delle mura il quartiere più antico ("Baglio") era costituito da 278 case e Chiaramonte contava in tutto 5.711 abitanti. In quel tempo, due porte davano l'accesso alla città fortificata: la "Porta dila chaza" a nord e la "Porta di Ragusa" a sud. Chiaramonte aveva una cavalleria che, nel 1614, contava 42 cavalieri armati di spada e archibugio per la difesa della contea di Modica.
Nel 1693 un terremoto, esteso da Catania fino a Malta, distrusse quasi interamente il paese ed il suo castello. La ricostruzione avvenne sempre sul medesimo impianto medioevale. Nel XVIII Secolo gli antichi quartieri di Chiaramonte scomparvero per il fenomeno della sacralizzazione ed il paese fu suddiviso in 4 quartieri con nomi di santi. Nei “Chiaramontanissimi” di Gianni Morando, una minuziosa ricerca, evidenzia che, nel 1748 quasi la metà del patrimonio di Chiaramonte si trovava nelle mani di 176 religiosi, contro una popolazione di 5.972 laici!
Il nome di Chiaramonte Gulfi (“Ciaramùnti” in dialetto) si riferisce al conte Manfredi Chiaramonte che, essendo stato creato conte di Modica dal re aragonese Federico III nel 1296, fondò il paese, cui dette il nome del proprio casato, dopo la distruzione di Gulfi perpetrata nel 1299 dagli Angioini. Chiaramonte, sorta intorno al 1300, fu subito abitata dai pochi scampati all'eccidio di Gulfi. I cittadini di oggi sono chiamati “Ciaramuntàni”. Il nome dell'antico centro di Gulfi verrà aggiunto a quello ufficiale del comune solo nel 1881 come memoria dell'antica origine del paese. Quasi tutti gli antichi toponimi sono andati distrutti. L'antico toponimo Porta di la chaza, cui è subentrato il nuovo Arco dell'Annunziata, e il toponimo via della muraglia mostrano ancora una limitata parte dell'antica cinta muraria Arco dell'Annunziata, XIV secolo.